a cura di Matteo Ghiringhelli FT DO
Fino agli anni ’90 lo screening nella scuola costituiva una visita completa per tutti gli alunni, che comprendeva la valutazione della postura, della vista, dell’udito, dell’apparato muscolo-scheletrico e dell’apparato stomatognatico.
Purtroppo con le limitazioni dei fondi disponibili e dei continui tagli alla sanità, non è stato più possibile inserire i professionisti dei vari settori che facessero le visite nelle scuole.
É naturale che nei nostri studi professionali riceveremo sempre più pazienti in età pediatrica con disturbi posturali, in particolare di origine visiva, [a metterci in guardia sono gli oculisti internazionali che si sono riuniti nel Congresso Internazionale della Cataratta e refrattiva che si è tenuto recentemente a Milano…
Secondo gli specialisti si è riscontrato, negli ultimi anni, un netto incremento
dei casi di miopia, soprattutto tra i giovanissimi.
Un trend che va di pari passo con la digitalizzazione e non accenna ad arrestarsi: secondo le previsioni, nel prossimo decennio il 40 percento della popolazione faticherà a vedere da lontano.
Tutti miopi in futuro?
Non esattamente, perché la genetica conta:
la miopia è un difetto trasmesso a livello famigliare.
A far leva su una predisposizione genetica, però, è l’ambiente, ovvero la sovraesposizione quotidiana a fattori che possono stressare gli occhi. Primo tra tutti, la luce blu emessa dai monitor moderni.
A differenza della luce naturale, colpisce la retina con maggiore energia e frequenza causando irritazione, secchezza, affaticamento e offuscamento della vista. Sensazioni che provano in molti, ad esempio, dopo una giornata lavorativa trascorsa al computer.
Uno stress transitorio che, quando quotidiano, può incidere sulla visione
ottimale. «La luce blu interferisce con l’accomodazione, ovvero la capacità dell’occhio di mettere a fuoco gli oggetti.
Con il tempo l’affaticamento continuo può facilitare la manifestazione di miopia, soprattutto nei bambini.
Anche guardare lo schermo del computer o cellulare da vicino e leggere caratteri molto piccoli costringono gli occhi a sforzarsi ¹
L’affaticamento visivo da luce blu provoca spasmo del cristallino, con conseguente deficit della capacità di accomodazione.
I meccanismi riflessi posturali vengono di pari passo con disturbi, oltre che della vista, del sistema muscolo scheletrico come dimostrano diversi studi internazionali, tra cui il seguente, che conclude:
Lo smartphone era il dispositivo con il più alto utilizzo, e un maggiore uso dello smartphone era associato a maggiori probabilità di sintomi muscoloscheletrici e visivi. L’uso elevato di smartphone ha implicazioni sulla salute fisica per gli adolescenti. ²
¹ https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/pediatria/se-tablet-e-smartphone-ci-rendono-miopi
² https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30575442
É assolutamente necessario, da operatori, approfondire i metodi di valutazione del sistema visivo per saper riconoscere il problema ed evitare il peggioramento delle condizioni dei pazienti, in particolar modo se in età evolutiva, quando la prevenzione gioca un ruolo primario per la salute del paziente.
Nella valutazione del paziente, i test posturali e ortottici sono moltissimi, e saperli interpretare è difficile senza un’adeguata esperienza clinica.
È però importante saper fare pochi test fondamentali per scoprire un problema del sistema visivo per inviare il paziente dal professionista più specializzato.
Tra i test ortottici fondamentali ricordiamo:
- Test motilità oculare: verifica la funzionalità della muscolatura estrinseca dell’occhio e dei relativi
nervi cranici. - Cover / uncover test: verificano rispettivamente le tropie e le forie.
- Stereopsi: verifica la visione in tridimensione.
In particolare, il Cover test rappresenta l’esame più importante della oculomozione.
È un esame semplice e veloce e non necessita di grandi apparecchiature e quindi può essere eseguito anche sui bambini piccoli ma richiede esercizio e conoscenze di base poiché esistono diverse modifiche del test a seconda del caso e del problema.
Il terapista che riscontra una positività ai test invierà il paziente alle figure di competenza, in questo caso oculista e ortottista, che approfondiranno con esami specifici e completi l’integrità del sistema visivo, mettendo in atto un piano di cura adeguato.