A cura di Matteo Ghiringhelli FT DO, 12.11.19

Sempre più persone si dedicano al running, attività sportiva di semplice esecuzione e allenante in tempo relativamente breve per seduta.
È sufficiente indossare un paio di scarpe, uscire dalla porta e voilà, si inizia a correre!

Di pari passo, sono in aumento i pazienti con disturbi del carico: tendiniti, infiammazioni articolari di caviglia, ginocchio, anche e schiena.

É importante sapere come valutare e trattare questi disturbi, secondo recenti studi [aumenta il rischio di lesioni una volta varcata una soglia di 40 miglia settimanali.

In entrambi i sessi, la lesione più comune è stata di gran lunga il ginocchio, sono stati comunemente citati anche la sindrome della bendelletta ileotibiale, la sindrome da stress tibiale, la fascite plantare, la tendinite di Achille e le lesioni meniscali del ginocchio.] ¹

[Inoltre, corridori alle prime armi sembrano affrontare un rischio significativamente maggiore di infortunio per 1000 ore di corsa rispetto ai corridori più “rodati”.] ²

Tra le valutazioni e i trattamenti che si possono eseguire sul runner, oltre alle terapie locali manuali e antinfiammatorie, non possono mancare interventi atti a migliorare la cinematica del passo, fondamentale per evitare il ripresentarsi del problema, che spesso è alterata a causa di disfunzioni muscolo-scheletriche di origine posturale.

Nel caso esposto, il paziente riferiva dolore al tendine d’Achille sx, che all’esame obiettivo era decisamente ispessito e dolente, anche l’esame ecografico mostrava segni di flogosi.

Dopo aver eseguito le terapie fisioterapiche si è deciso di fare una valutazione posturale con oggettivazione stabilometrica.

La Stabilometria è un esame utile per capire le strategie che il nostro corpo mette in atto per rispondere alla gravità, evidenzia eventuali disturbi dell’equilibrio e, con le nuove tecnologie, le asimmetrie della funzionalità del recettore podalico.

L’esame ha mostrato una notevole differenza di carico tra avampiede e retropiede dx e sx, in particolare si notino sull’immagine (in rosso) le differenze espresse in Kg, dove si ha un sovraccarico sul tallone sx di 8 Kg superiore al dx. È anche evidente una torsione (sempre in rosso), la quale rappresenta una strategia posturale del soggetto che può influire negativamente sulla prestazione, provocando delle sollecitazioni biomeccaniche asimmetriche.

Durante la raccolta dati, il paziente riferiva inoltre un trauma cranico all’età di 22 anni.
Si è deciso di eseguire una valutazione manuale e di mettere in atto un trattamento Osteopatico attraverso tecniche specifiche cranio-sacrali.

In seguito al trattamento il paziente è stato rivalutato sulla pedana stabilometrica, la stessa valutazione è stata ripetuta due settimane dopo il trattamento osteopatico.

Dall’esame risulta una netta diminuzione della torsione e un bilanciamento dei carichi podalici (si veda l’immagine in blu). Risulta inoltre uno spostamento del baricentro in avanti di 25 mm (sempre in blu).

Da questo case report emerge che il trattamento osteopatico cranico può cambiare il baricentro del soggetto, sarebbe utile fare studi più approfonditi per studiare a fondo questa possibilità terapeutica.

Questo tipo di intervento ha reso possibile un recupero più rapido ed efficace per il paziente, che è riuscito a riprendere l’attività sportiva in tempo breve.

Il soggetto ha inoltre riferito un miglioramento della performance sentendosi più simmetrico nella corsa e riducendo i tempi personali nonostante il periodo di stop causato dalla tendinite.

¹ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17465629
² https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4473093/