A cura di Matteo Ghiringhelli FT DO
La stagione fredda è in arrivo e in questo periodo iniziano a presentarsi nei nostri studi pazienti con cefalee da “freddo”, un tipo di dolore frontale con irradiazione alle orbite, tipico di alcune forme di sinusite.
Recenti [risultati mostrano che una diminuzione della temperatura e dell’umidità sono associate all’aumento delle infezioni da Rhinovirus, il virus del raffreddore. Lo studio continua dicendo che gli individui e gli operatori sanitari devono essere consapevoli della riduzione della temperatura e dell’umidità come fattori che contribuiscono allo sviluppo delle infezioni da Rhinovirus. Un’adeguata protezione di tutto il corpo e delle vie respiratorie può ridurre i potenziali effetti negativi sulla salute respiratoria correlati al freddo.]¹
[Il rinovirus è la causa più frequente del raffreddore comune, nonché una delle cause più importanti delle esacerbazioni dell’asma. La maggior parte dei ceppi di Rhinovirus si replicano meglio alle temperature più fredde presenti nella cavità nasale rispetto alla temperatura polmonare, ma i meccanismi sottostanti non sono noti. Temperature più fredde possono consentire la replicazione del comune virus del raffreddore, almeno in parte, diminuendo le risposte immunitarie antivirali. La maggior parte degli isolati del Rhinovirus umano, il comune virus del raffreddore, si replica più efficacemente alle basse temperature rilevate nella cavità nasale (33–35 ° C) rispetto alla temperatura corporea interna (37 ° C).] ²
Grazie alla valutazione con termocamera sui pazienti con cefalea frontale è stato possibile valutare la temperatura della cavità nasale e monitorare gli effetti del trattamento manipolativo osteopatico.
Come visibile nelle foto, dove i colori freddi sono verde e blu, mentre i colori caldi sono rosso e bianco, in seguito alla manipolazione osteopatica cranica e delle aree di competenza neurovegetativa delle ossa craniche interessate (splancnocranio) il risultato è stato un aumento della temperatura locale.
I pazienti hanno riferito una diminuzione dei sintomi, nonostante a lungo termine la temperatura nell’area nasale tendeva a diminuire, ad eccezione dei pazienti che hanno proseguito le cure integrando dosi elevate di acido ascorbico (vitamina C), ove la temperatura rimaneva costante come dopo il trattamento manipolativo.
Sarebbe interessante approfondire lo studio, in particolare dividendo gruppi di pazienti trattati solo manualmente e solo con integrazione alimentare di ascorbato, anche se come è già stato constatato, l’approccio integrato è per la maggior parte delle volte quello maggiormente efficace.
Riferimenti
¹ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5035958/
² https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4311828/